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Serie D
Vibonese-Troina è sfida anche tra Luigi e Amedeo Silvestri: fratelli nella vita, avversari in campo

Vibonese-Troina è sfida anche tra Luigi e Amedeo Silvestri: fratelli nella vita, avversari in campo


Le esclusive di Goalsicilia.it-Intervista doppia, aneddoti e curiosità dei due difensori.

A volte il calcio regala trame degne del miglior sceneggiatore premio Oscar. Domenica si giocherà Vibonese-Troina, seconda contro prima del girone I di Serie D. Entrambe le compagini hanno in rosa un Silvestri, Luigi i calabresi, Amedeo i siciliani. Fratelli nella vita, nati con 11 mesi di differenza, che per la prima volta saranno avversari sul terreno di gioco. Li abbiamo sentiti in esclusiva, queste le loro parole a Goalsicilia.it.

Che giocatore è tuo fratello?

Luigi: ‘’A livello tattico è davvero preparato. È un difensore elegante, che alza la testa e sa lanciare bene. Diciamo un “Nesta”, esagerando con i paragoni (ride, ndr). In una difesa a quattro saremmo perfettamente compatibili per stare al centro insieme”.

Amedeo: “I suoi punti di forza sono anticipo, stacco e forza fisica. Per intenderci un “Cannavaro” (ride, ndr”.

Come giocavate da piccoli?

Luigi: “Per qualche anno che abbiamo giocato nelle stesse squadre (Don Orione, Fincantieri e giovanili Palermo) forse solo una volta però siamo stati al centro della difesa insieme. Spesso io, essendo più piccolo, ero spostato sulla fascia, altre volte era schierato lui da terzino”.

Amedeo: “Ho iniziato da centrocampista, piano piano sono passato al centro della difesa anche se da Under mi schieravano anche sugli esterni. Siamo due difensori diversi che insieme sarebbero complementari”

Chi ha i piedi migliori?

Luigi: “Allora (ride, ndr), lui è nato con un destro preciso, anche perché da piccolo faceva il centrocampista. Io invece da giovanissimo prendevo palla e spazzavo, crescendo ho imparato a giocarla. Quindi lui magari ha il destro più preciso, io però sono più che sufficiente con entrambi i piedi e per questo credo che io sia meglio di lui (ride, ndr)”.

Amedeo: “Ho il destro migliore del suo, insomma se faccio un lancio mi riesce più preciso (ride, ndr). Lui però è vero che sa giocare con entrambi i piedi”.

Il motivo di litigio più frequente, magari quando eravate piccoli?

Luigi: “Sono a volte pesante nei suoi confronti, lo ammetto, e questo fa scattare la scintilla. Sono un maniaco dell’ordine e della precisione, lui è l’opposto. Poi, avendo 11 mesi più di me, fa il fratello maggiore che si intromette per risolvere i problemi (ride, ndr)”.

Amedeo: “Adesso litighiamo meno, da piccoli succedeva spesso perché comunque avendo due caratteri forti spesso ci scornavamo”.

Pesca nella memoria: se ti chiedo un flash su tuo fratello cosa ti balza in mente?

Luigi: “Eravamo col Palermo al Torneo di Viareggio, segnai due gol di fila ed in quelle due gare lui non era stato schierato. Gli avevo promesso che se avessi fatto gol sarei andato da lui, non dimenticherò mai quegli abbracci”.

Amedeo: “Le giocate alla Play Station. A volte facevamo la gara a chi si svegliava prima per appropriarsi della console, ma spesso giocavamo anche contro. Chi vinceva? A malincuore ammetto che lui è più bravo, però io ad un certo punto ho smesso, lui ha perseverato negli anni a giocare alla Play (ride, ndr)”.

Un sogno da condividere con tuo fratello?

Luigi: “Un giorno mi piacerebbe giocare con lui, adesso che siamo grandi sarebbe stupendo”.

Amedeo: “Sicuramente giocare insieme, magari in una squadra che vince e quindi poter esultare con lui”.

Un aneddoto...

Luigi: “Io andavo a ragioneria, lui allo scientifico. Fu bocciato e cambiò scuola, diventando mio compagno di classe. Gli anni più belli della mia vita, oltre al fatto che mi passava tutti i compiti (ride, ndr), ma ci divertivamo alla grande. Tra l’altro il preside organizzava dei tornei di calcio, noi già giocavamo e di fatto avevamo uno squadrone, quindi il dirigente scolastico ci adorava. Un po’ ne abbiamo approfittato, per esempio quando ci andava di saltare qualche lezione andavamo via e lui ci difendeva (ride, ndr)”.

Amedeo: “Dei due io ragiono di più, lui era, ed è, istintivo. Quando eravamo piccoli spesso si cacciava nei guai, per esempio camminavamo per strada e lui saliva su un muretto camminandoci sopra, incurante del fatto che dietro il muretto c’era un burrone di 15 metri. Nonostante io gli dicessi di scendere se ne fregava e continuava imperterrito. Casualmente passava di là mio padre che lo cazziò di brutto (ride, ndr). Ne combinava una al minuto. Per esempio andavamo in piscina e facevamo i tuffi. Gigi non si accontentava del tuffo semplice, così andando indietro per prendere la rincorsa una volta è finito in una specie di cisterna, era un Giufà (ride, ndr)”.

Non vi siete mai affrontati da avversari...

Luigi: “No, mai. Sarà un’emozione grande, difficile immaginarla. A casa dicono che comunque vada sarà un successo”.

Amedeo: “All’andata non è successo perché lui era squalificato, in passato mai. Sarà una sensazione strana entrare in campo con le maglie diverse, sicuramente emozionante, lo è già al pensiero”.

I vostri genitori per chi tiferanno?

Luigi: “Bella domanda... Penso che, al di là delle frasi fatte, i miei pareggino. Mia madre farà il tifo per me, mio papà per lui (ride, ndr)”.

Amedeo: “Credo siano imparziali o quantomeno non ce lo dicono (ride, ndr). Mio padre inizialmente diceva che gli sarebbe andato bene il pari, ma si è reso conto che un pareggio favorirebbe la Nocerina e ha cambiato idea”.

A prescindere da come vada, è da ritenersi scontato un abbraccio a fine gara no?

Luigi: “Assolutamente sì. Una partita non cancella un legame fraterno”.

Amedeo: “Ovvio. Il calcio non ci metterà mai contro. Per 90 minuti sarà un avversario, al fischio finale tornerà tutto come prima”.

Come finisce domenica?

Luigi: “Ovviamente spero di vincere, ci metteremmo a -1 dal primo posto tenendo a distanza chi ci insegue”.

Amedeo: “Spero che finisca a favore nostro, anche perché sarebbe un bel passo avanti verso il nostro obiettivo”.

Grazie ad entrambi per la disponibilità...

Luigi: “Permettimi di approfittarne per ringraziare la società Troina che in estate mi ha permesso di allenarmi. Pur sapendo che potevo non restare a giocare lì, hanno avuto grande rispetto nei miei confronti e in quelli di mio fratello”.

Amedeo: “Grazie a te!”.

Dario Li Vigni
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