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Serie D
Troina, Diop a GS.it: ‘’Potevo fare il camionista, ora capocannoniere. Bello essere primi...’’

Troina, Diop a GS.it: ‘’Potevo fare il camionista, ora capocannoniere. Bello essere primi...’’


Le esclusive di Goalsicilia.it-Il bomber capocannoniere in Serie D.

Arrivato, anzi tornato, con un po’ di scetticismo ad accompagnarlo, ha risposto sul campo segnando finora 10 gol in 10 presenze. Ci riferiamo a Modou Diop, bomber del Troina all’esordio in Serie D. Con lui abbiamo ripercorso un po’ della sua storia e fatto il punto della situazione.

Modou, nasci in Senegal il 21/10/1992, quando inizi a giocare a calcio?

“Precisamente non ricordo, sicuramente sin da bambino giocavo con amici ma solo per passare il tempo in oratorio. Ho iniziato a giocare più seriamente a 17 anni, sinceramente non pensavo di poter fare questo nella vita”.  

Quando arrivi in Italia?

“Sono arrivato quando avevo 11 anni con mia mamma, mentre mio papà era già qua da tanto tempo”.

Passare dal Senegal al Piemonte...

“Tanta tanta differenza. Magari lì stavo sempre all’aperto a giocare con i miei amici, a Trino (provincia di Vercelli, ndr) facevo casa-scuola e ogni tanto oratorio. Dopo poco mi sono adattato bene, ma non nego che il Senegal un po’ mi manca e spero un giorno di tornare a vivere lì”.

Parliamo un po’ di te: da quante persone è composta la tua famiglia?

“Come ti accennavo da mamma, papà e poi ho anche due sorelle. Una purtroppo è rimasta a vivere in Senegal con i nonni, l’altra è nata qui e sta con i miei”.

Cosa avresti fatto se non avessi fatto il calciatore?

“Mi sarebbe piaciuto fare il camionista come papà. Uno dei motivi per cui non sono tornato a Troina già l’anno scorso era proprio per prendere la patente specifica perché un giorno potrebbe servirmi”.

Eri a Troina due stagioni fa, l’anno scorso Promozione piemontese. Questo è l’unico motivo per cui sei rimasto su?

“Sì, esatto. Ho preso la patente, ho preso la cittadinanza. Insomma dovevo sbrigare alcune cose che mi avrebbero preso tanto tempo e quindi ho preferito restare su a Trino”.

Tatuaggi?

“No, sono musulmano e la nostra religione non ce lo permette”.

Che musica ascolti?

“In primis quella del mio paese, credimi è davvero bella. Poi un po’ di tutto ma preferisco rap e reggaeton”.

Come trascorri il tempo libero?

“Con amici e compagni di squadra, magari giocando alla Play Station. Ovviamente a Fifa (ride, ndr), parliamo di calcio, giochiamo a calcio in campo e anche ai videogiochi”.

Che giocatore sei?

“Sono una prima punta moderna, che sa giocare con la squadra ma posso fare la seconda o l’esterno. Sono alto 1.82 e abbastanza rapido, quindi mi adatto bene”.

Per chi tifi?

“In Italia Inter, come il mister (ride, ndr). A livello globale Real Madrid”.

C’è un giocatore di Serie A con cui ti piacerebbe giocare?

“Non lo so, è difficile perché sarebbe davvero un sogno. Se devo farti un nome ti dico Perisic, troppo forte”.

Idolo?

“Mi piace tanto Suarez del Barcellona. Qua mi dicono che somiglio a George Weah”.

Sogno?

“Di fare quello che sto facendo come lavoro. Magari arrivando al professionismo, se Dio vuole (ride, ndr). Mi piacerebbe tanto, è dura, ma ci credo”.

Passiamo al campionato. Siete primi...

“La squadra è forte, però c’era la curiosità di capire come ci calavamo in questa categoria visto che tanti di noi non l’avevamo mai fatta. Sin dal ritiro si percepiva che c’era tanta qualità. Insomma mi sorprende essere primi, ma fino ad un certo punto”.

È bello stare davanti a tutti...

“Bellissimo. Quando sei lassù sai che tutto dipende da te per restarci, se non sei primo devi pensare a te e guardare gli altri che fanno ogni domenica. Meglio sicuramente essere primi (ridi, ndr)”.

Domenica avete vinto con la Palmese...

“La dimostrazione che il calcio è strano. Ho fatto quasi subito il primo gol, poi in cinque minuti ci hanno ribaltato la partita. Non siamo andati giù di morale, abbiamo continuato ad insistere e grazie al nostro gioco siamo riusciti a riprenderla e anche andare avanti. Sul 2-2 siamo rimasti in 10, ma con sacrificio abbiamo dato l’anima davvero. Il campo era molto stretto, non era facile, ma abbiamo creato tante occasioni e l’abbiamo portata a casa”.  

Sei capocannoniere...

“Con le occasioni che creiamo, devo ringraziare mister e squadra se ho già fatto 10 gol in 10 partite, perché due le ho saltate. È una bella soddisfazione aver segnato così tanto, molti di questi pesanti, un bel bottino all’esordio in D e senza rigori”.

Obiettivo quanti?

“Entro in campo sempre per fare bene, l’importante è che la squadra vinca. Se segno ma non vinciamo non serve a granché, quindi chiunque segni va bene, basta che arrivino punti. Il mio record è 16 gol, voglio sempre migliorarmi”.

Come ti trovi con Vazquez?

“Benissimo. Con il suo lavoro riesco ad avere spazi, poi c’è Melillo che salta sempre l’uomo, Talla (Souarè, ndr) che è un cavallo e arriva sempre sul fondo. Siamo proprio una bella squadra”.

Tanti argentini...

“Siamo tutti coetanei, mi trovo davvero bene. Quando giochiamo insieme, magari a Uno, fanno il mate e lo bevo anch’io. È buono, rilassante (ride, ndr)”.

Com’è mister Pagana?

“In primis una grandissima persona. Mi ha voluto fortemente far tornare qua e lo ringrazio, è un allenatore che ti fa crescere e ti mette a tuo agio”. 

Dario Li Vigni
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