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Eccellenza A
Guastella a GS.it: «Eccellenza? Favorite vedo Troina ed Acireale. All’Akragas ricordi stupendi»

Guastella a GS.it: «Eccellenza? Favorite vedo Troina ed Acireale. All’Akragas ricordi stupendi»


Intervista esclusiva con il forte attaccante attualmente svincolato.

Il campionato di Eccellenza Sicilia 2016/2017 avrà il suo inizio tra poco meno di un mese e già le squadre sono in fermento per la Coppa Italia in programma da domenica. Uno dei protagonisti indiscussi delle ultime annate è Peppe Guastella, attaccante che in carriera ha segnato oltre 70 gol, ma che ad oggi è senza squadra. Queste le sue parole in esclusiva a Goalsicilia.it.

Peppe, partiamo da un punto sui gironi di Eccellenza. Chi vedi favorito, ad oggi, al salto di categoria?

«Nel girone A, sia per l’organizzazione che per la rosa, vedo favorito il Troina. Ha calciatori importanti come il difensore Russo e l’attaccante Diallo. Per il resto c’è tanta incertezza, non si capisce che budget abbiano e quali siano gli obiettivi. Nel girone B l’Acireale parte avanti a tutti, anche perché ha una piazza straordinaria che non merita per niente questa categoria».

Hai giocato in entrambi i gironi, che differenze ci sono?

«Nel girone A c’è un quasi totale equilibrio. Se la prima incontra l’ultima, non è così scontato che vinca, perché i valori sono simili. Nel B invece ci sono 4/5 squadre importanti, poi il resto è nettamente inferiore. Per carità, sono partite dure comunque, ma si nota una differenza di valori».  

In carriera hai cambiato tante maglia e segnato caterve di gol, ma c’è qualche esperienza che ricordi con più piacere?

«Non posso non ricordare con piacere l’Akragas. Facevo l’Eccellenza ma mi sentivo in serie A. Dallo stadio al pubblico, ma anche serietà gestionale e stampa, insomma tutto di altra categoria».

Non ti chiedo quella negativa…

«Meglio, anche perché altrimenti dovremmo parlare per ore (ride, ndr)».

C’è un gol che metteresti come copertina della tua carriera?

«Uno dei gol più importanti, sempre con l’Akragas, il 2-2 nella partita di andata play off con la Cavese arrivato proprio alla fine. Poi purtroppo al ritorno è andata come è andata, ma quel gol è stato davvero emozionante».

Oggi sei senza squadra, come vivi questa situazione?

«Mah, sono sinceramente confuso. Non capisco cosa bisogna fare per trovarne una. Se fai male ovviamente non la trovi, ma se fai bene perché no? Come ti accennavo prima, c’è molta incertezza nelle società. Mi dispiace perché mi sarebbe piaciuto fare la preparazione, anche perché poi è sempre più dura recuperare il tempo perduto. Sto anche pensando di scendere di categoria, perché molte società di Eccellenza si comportano come se fossero in Promozione o in categorie addirittura inferiori. L’ideale forse sarebbe creare un’unica categoria».

In un calcio sempre più malato, dove alcune società falliscono ancor prima di iniziare a giocare, come potrebbero cambiare le cose?

«Le squadre dilettantistiche pretendono che tu fai il professionista anche se professionista non lo sei, dunque credo che dovrebbe intervenire la Federazione. Ti alleni tutti i giorni, hai le pressioni di piazze e tifoserie come ogni squadra dei professionisti, ma non hai le tutele che hanno i professionisti. Ormai gioca chiunque, dal ragazzino degli Allievi che non è ancora pronto ma costa poco quindi va bene, al tizio di turno che non gioca da anni ma si ritrova a fare l’Eccellenza senza capire bene perché. Hai detto bene, è un calcio malato».

Un po’ di tempo fa Nino Barraco mi disse che, pur avendo oltre 50 anni, poteva permettersi di giocare ancora non perché era bravo lui, ma perché il livello era basso…

«Al di là che lui potrebbe giocare ancora secondo me, ci ho giocato contro un paio di stagioni fa in amichevole e faceva ancora la differenza (ride, ndr). Sicuramente il livello si è abbassato, ormai gioca chiunque, è diventata una categoria “Dopolavoro”».

Hai pubblicato su Facebook uno sfogo verso una società che hai definito “Dilettanti allo sbaraglio”. Ovviamente non ti chiedo qual è, ma ci racconti cosa è successo?

«Preciso che tutto è successo nel giro di tre ore. Una squadra di Eccellenza mi ha chiamato dicendomi di essere interessata alle mie prestazioni. Mi hanno detto “Ti diamo rimborso, vitto, alloggio, tutto” e a me già sta cosa puzzava un po’, comunque dico ok. Poi però mi chiedono di tenermi in prova per tre giorni. Non per essere presuntuoso, ma non ho più 15 anni che non si sa come gioco, se mi chiami significa che mi conosci no? Mi hanno richiamato una terza volta per convincermi ancora ad andare e chiedendomi se ero sicuro e dico ok. Mi chiamano una quarta volta affermando “Abbiamo fatto una riunione, lasciamo perdere”. Ripeto, nel giro di tre ore dalla prima chiamata. Non potevo far altro che scoppiare a ridere!».

Dario Li Vigni
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