Uno l’anno scorso ha riportato il Gela in D dopo una cavalcata trionfale, l’altro ha fatto lo stesso nella stagione appena conclusa con il Palazzolo. Salvatore Brucculerivs Pippo Strano, due vulcanici allenatori del calcio siciliano, in assoluto tra i migliori della categoria e non solo. Abbiamo, tra il serio e faceto, realizzato questa intervista doppia (in basso il video). Queste le loro parole a Goalsicilia.it.

Soprannome?

B: “Sergente di ferro Totò”.

S: “Il professore”.

Età?

B: “55 anni”.

S: “Ho 60 anni”.

Cosa pensi dell’altro?

B: “È un allenatore che ha grande carisma e personalità. Una persona anche tanto colta”.

S: “Una persona che stimo tantissimo”.

In passato avete litigato perché...

B: “In una partita, io ero squalificato, c’è stata un po’ di maretta. Al ritorno abbiamo chiarito ed è nata un’amicizia importante, c’è grande rispetto reciproco”.

S: “Un malinteso in un Paternò-Ribera, un mio ragazzo mentre vincevamo ha allontanato un pallone e qualcuno ha pensato fossi stato io. Cosa che non rientra nel mio modo di essere. Poi abbiamo chiarito”.

Etna (più grande e attivo) o Vesuvio (più piccolo e spento da 70 anni ma pericolosissimo)...Chi ti senti?

B: “Io penso che lascio l’Etna a Pippo perché è nel suo territorio, non lo posso toccare (ride, ndr)”.

S: “Diciamo l’Etna, anche per questione di territorio (ride, ndr)”.

Un complimento che puoi fare all’altro...

B: “Pippo è un grande lavoratore, una bella personalità. Un allenatore che ha fatto sempre bene, non si può discutere. Una persona che sa il fatto suo”.

S: “Una persona caliente ma molto professionale”.

Qual è l’offesa che in passato hai subito e ti ha ferito maggiormente?

B: “La ferità più grande si è creata quando allenavo il Ribera. Quando sono stato squalificato senza avere fatto nulla. Ho presi dei mesi di squalifica da innocente. Quella cosa mi ha fatto male, a me non è passata. Magari qualcuno l’ha scordata, io non la dimentico...”.

S: “No, niente di particolare. Succedono tante cose in campo, ma vengono metabolizzate a fine gara”.

L’insulto che ricevi più spesso...

B: “Alle volte dicono parolacce perché c’è invidia. Prima magari reagivo, non sopportavo. Con l’età ho imparato a capire che fa parte del gioco”.

S: “Niente di particolare”.

Da giocatore eri?

B: “Non sono mai stato un grande giocatore. Una scartina”.

S: “Uno stopper, anche con una discreta tecnica”.

L’annata che in passato ti ha dato più soddisfazioni?

B: “Non ci sono annate che mi hanno dato più delle altre. Ogni stagione mi ha dato soddisfazioni”.

S: “Onestamente farei un torto a qualche squadra se ne citassi solo una. Mi sono trovato sempre bene ed è bello quando ritorno essere accolto con piacere. Ovviamente però non posso non citare il campionato appena vinto a Palazzolo”.

Il giocatore che avresti voluto allenare?

B: “Sinceramente non ci penso. Io vivo di emozioni, sono come le farfalle. Le farfalle si devono emozionare per svolazzare, non sono come le talpe che muoiono dentro una tana”.

S: “Ce ne sarebbero tanti. Fortunatamente ho avuto a che fare con società importanti, quindi spesso sono riuscito rispettando il budget ad essere accontentato”.

Nella vita di tutti i giorni fai...

B: “Amo la natura, lavoro e allo stesso tempo il tempo libero lo dedico alla campagna, agli animali che sono più fedeli dell’uomo”.

S: “L’insegnante”.

Il prossimo anno ti piacerebbe allenare...

B: “Ho un po’ di conigli, un po’ di galline, li faccio uscire dalle gabbie e li alleno sui cambi di direzione. Un gatto, quando deve saltare un muro, fa stretching. Gli animali non solitamente non lo fanno, il gatto sì e si prepara mentalmente per avere più esplosività. I conigli fanno cambi di direzione e frenate, con una velocità impressionante. In questo mondo pallonaro ci sono tanti conigli eh. Perché i conigli fanno i cambi di direzione? Per scappare, per nascondersi...”.

S: “Il progetto che è in cantiere è il Palazzolo. Siamo a buon punto”.