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‘Il Siracusa visto da…’ Manuel Bisceglie: «I senatori sono il punto di forza»

‘Il Siracusa visto da…’ Manuel Bisceglie: «I senatori sono il punto di forza»


Il collega Manuel Bisceglie fa il punto della situazione in casa aretusea: «Serve ancora un attaccante d’area di rigore».

Prima puntata della rubrica di approfondimento sul Siracusa targata Goalsicilia.it. Protagonista oggi il collega ManuelBisceglie, redattore de "La Sicilia" e direttore de "Lo sport illustrato", che ci parla della situazione in casa azzurra.

Manuel, se dovessi fare un bilancio estivo di questo Siracusa. Quali sono i punti di forza e dove invece c’è qualche lacuna?

«I punti di forza sono senza dubbio i senatori di questa squadra: qualcuno li considera un po' troppo avanti con l'età per sostenere i ritmi di una Lega Pro che sarà una B2, io penso invece che il carisma di Baiocco e la forza (interiore) di due veri professionisti come Spinelli e Giordano servirà tanto a questo Siracusa. Senza dimenticare che per un progetto di continuità non si sarebbe potuto fare a meno di gente come Catania, Longoni, Dezai. La lacuna oggi è rappresentata da un organico non ancora completo e quindi per forza di cose "povero" di soluzioni per Sottil. Si sta completando la difesa, arriverà un portiere e anche un attaccante di peso. Occorre solo pazienza».

In questo avvio di stagione, chi ti ha impressionato favorevolmente?

«Dico Marco Palermo senza ombra di dubbio. È un '95. È partito in silenzio, dietro le quinte due anni fa in Eccellenza ed è al suo terzo anno (l'unico assieme ad Orefice e Santamaria ad aver fatto tutta la trafila dalla ripartenza ad oggi) in maglia azzurra. È cresciuto tanto ed è partito fortissimo. Farà parlare di sé».

Lo zoccolo duro del Siracusa, leggasi unità di gruppo, potrebbe essere un’arma in più per questa stagione che si rivelerà durissima?

«L'ho già accennato alla prima domanda. Per la prima volta dopo diversi anni, il Siracusa non ha smantellato per poi fare una squadra tutta nuova. Si è capito che al di là delle differenze delle varie categorie, occorre uno zoccolo duro, gente di esperienza e di carattere che doveva essere riconfermata. La Juve insegna e credo che oggi possa essere un punto di riferimento per una società che vuole crescere, ma senza andare troppo lontano, alle nostre latitudini Trapani e Crotone sono l'esempio di come la continuità (e la perseveranza) paghino sempre».

Attualmente le punte sono Samb e Talamo, oltre ad un bel numero di talentuosi trequartisti. Secondo te può bastare?

«Assolutamente no ma questo la società lo sa bene. Si tratta di due giovani che hanno già un discreto curriculum alle loro spalle ma è chiaro che alla fantasia (i talentuosi trequartisti di cui dispone il Siracusa appunto) devi abbinare la prolificità. E questa te la possono garantire solo quegli attaccanti che vivono per il gol. Lo scorso anno il Siracusa è stato trascinato da Catania e Dezai in avanti (ma anche Crocetti nella prima parte di stagione), oggi occorrerà uno stoccatore degli ultimi dieci metri perché in Lega Pro, se ti concedono un’occasione, devi buttarla dentro. Non te ne ricapiterà una seconda».

Come hai visto il Siracusa contro l’Akragas?

«Secondo me, il Siracusa è ingiudicabile dopo la prima partita perché troppo sperimentale per un giudizio completo. Ha subito gol su tre ripartenze e altrettanti errori difensivi ma la nota positiva è che ha cercato di fare gioco, tenendo il baricentro molto alto e facendo intravedere qualcosa di buono soprattutto nella ripresa quando è passato con il 4-2-3-1 dopo aver proposto il 4-3-3 con Talamo troppo isolato davanti. Male nella prima frazione, bene nella seconda. Ma era la primissima uscita ufficiale, è solo calcio d'agosto e, soprattutto, non era il Siracusa».

Dario Li Vigni
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