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Serie D
Sicula Leonzio, Leonardi a GS.it: ‘’Faccio un bilancio e vi parlo di progetti, situazione Nobile, tifosi...’’

Sicula Leonzio, Leonardi a GS.it: ‘’Faccio un bilancio e vi parlo di progetti, situazione Nobile, tifosi...’’


Le esclusive di Goalsicilia.it-Il patron dei bianconeri.

Ad appena 24 anni è diventato il numero 1 della società e l’ha condotta a tanti successi. Parliamo di Giuseppe Leonardi, presidente della Sicula Leonzio. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione a 360 gradi, queste le sue parole in esclusiva a Goalsicilia.it.

Presidente la prima domanda è una curiosità. Ok sei il primo tifoso, ma avresti scommesso mezzo centesimo su questo tipo di campionato?

“Partiamo da quattro anni fa, nessuno avrebbe scommesso un centesimo bucato su Leonardi o sulla Leonzio. Io avevo appena 24 anni e non credo che qualcuno avrebbe mai potuto pensare che si poteva risvegliare l’amore di una città intera che è stata tradita più volte in passato. È giusto partire da lontano, dal lavoro mio e del direttore Mignemi, ma anche dei vari allenatori che abbiamo avuto che hanno la loro fetta di merito, così come lo staff e quest’anno il dg Finocchiaro”.

Quest’anno altre soddisfazioni...

“Non abbiamo ancora alcuna certezza, purtroppo. Giocare contro il Sersale di mister Venuto non è mai facile. La serie D non è l’Eccellenza, puoi fare punti con tutti ma allo stesso tempo perdere contro chiunque. Siamo artefici del nostro destino, abbiamo un discreto distacco ma ancora la strada è lunga”.

Vicine avete Igea, Cavese e Rende. Chi temi maggiormente?

“Chiunque è vicino può definirsi temibile, a prescindere dal nome. C’è da dire che il presidente Grasso e mister Raffaele hanno fatto qualcosa di importante. Togliendo la Leonzio, anche se eravamo costruiti per fare qualcosa di importante pur se neopromossi, l’Igea è la vera rivelazione del campionato. Sono partiti in silenzio, hanno un grande allenatore e da un paio d’anni a questa parte la società fa una cosa importante che è quella di rispettare gli impegni e di programmare per bene. Non è poco”.

Domenica vi sfiderete...

“Poco fa mi hai chiesto se avessi scommesso mezzo centesimo sulla Leonzio, credo che neanche sull’Igea qualcuno lo avrebbe fatto, ma entrambe credo siamo un orgoglio per la Sicilia. Domenica sarà una bella giornata di sport tra due società che si rispettano, penso che anche il presidente Grasso sia d’accordo con me”.

C’è un po’ di voglia di vendicare il 4-0 dell’andata?

“Mah direi di no, quello che contano sono i tre punti. Metterei la firma per vincere 1-0 (ride, ndr). Anzi, ti dirò di più, non dico loro grazie, ma quasi. Quella batosta ci ha dato una scossa importante e da lì in poi abbiamo cambiato rotta. Insomma vendicare o non vendicare non importa, mi starebbe benissimo uno striminzito 1-0 ottenuto nel finale, basta che portiamo a casa i tre punti”.

Senza entrare nello specifico ma sappiamo benissimo i discorsi in settimana che vi hanno coinvolto sulle parole del presidente della Palmese. La vittoria di domenica ha avuto un sapore particolare?

“Sinceramente per me no, magari per mister Cozza. Inizialmente è stata attaccata la società, poi il nostro tecnico senza motivo. Non tanto perché hanno detto di voler venire qui a vincere, questo è il calcio ed è giusto, ma l’atteggiamento ci ha indispettito. Quando dici di volerci mettere il fiato sul collo per fare un favore agli amici della Cavese, beh carichi tutto l’ambiente e credo ci abbia fatto una cortesia perché ha dato ancora più motivazioni di quelle che avevamo già. Questo personaggio, che con il calcio credo c’entri poco, ha galvanizzato ancora di più i miei uomini e soprattutto mister Cozza che, ribadisco, ha ricevuto un attacco gratuito”.

Vi siete incrociati?

“Beh sì, è venuto, ma non si è presentato e non ha neanche salutato. In questo si vede l’atteggiamento della nostra società, che è ospitale con chiunque. Abbiamo parlato con il loro mister Del Torrione, ci siamo scambiati le rispettive idee e tutto da signori. Questo personaggio è venuto tranquillamente in casa nostra, gli abbiamo anche offerto il caffè. Io, se ho da vincere, vinco lo stesso anche senza il suo saluto”.

Provo a farti sbilanciare. Facendo i dovuti scongiuri, tutto finisce nel miglior modo possibile, dimmi tre persone cui dedicare questa stagione...

“No no, ci saranno tempi e modi per fare le dediche, ancora è presto. Sicuramente una delle tre sono io, perché credo di meritarmelo visti i sacrifici, gli sforzi, gli sconforti e le arrabbiature. Non mi riferisco allo sforzo economico, ma anche al vivere le partite e sentirle tanto. Io seguo la squadra, sarò a Sersale con i ragazzi, ad oggi sono contento, voglio crescere e togliermi altre soddisfazioni. Le altre due persone cui fare dediche le vedremo più avanti (ride, ndr)”.

Certo sarebbe un risultato storico...

“Sì, sia per la città di Lentini che per tutta la Sicilia penso. Avere una favola come la Leonzio in Lega Pro, sarebbe bello riportare qualcosa che manca da tanto tempo”.

La Lega Pro non è la serie D. Da solo ce la fai a sostenerla?

“Ad oggi purtroppo non ci sono realtà economiche imprenditoriali importanti che ti possano affiancare. Trovare tanti piccoli partner è la cosa più logica e più facile, soprattutto se ti chiami Lentini. Tuttavia l’indotto è importante, tra Lentini, Carlentini, Francofonte e Scordia si raccoglie una popolazione di circa 100.000 anime. In un capoluogo di provincia è più semplice ovviamente. Certo, ci sono altre favole nel calcio come l’Entella in B, Chiavari è un terzo rispetto a Lentini, o il Chievo ed il Crotone in serie A. Quando c’è il progetto ed una società seria si può andare avanti a prescindere dal bacino d’utenza. Tornando alla domanda, non è facile perché vai a competere con scogli molto grossi. A tempo debito affronteremo il discorso Lega Pro nel miglior modo possibile, ci sveglieremo da questo sogno anche perché non vogliamo mai fare brutte figure. Ancora mancano troppe battaglie, purtroppo e sottolineo purtroppo”.

Il calendario non è proprio agevole...

“Dopo il Sersale, che non è ancora retrocesso matematicamente, avremo il derby con l’Igea e poi l’Aversa che si deve salvare. In seguito andremo a Rende altra squadra in corsa per i play off. Poi forse, ma tocco ferro sia per noi che per loro, ci sarà la Sancataldese che potrebbe essere già salva. Insomma ci sono tanti punti in palio, tante battaglie e speriamo di vincerle tutte”.

Ad oggi siete a +6 sulla seconda...

“Sono pochissimi. Sia perché abbiamo ancora da giocare lo scontro diretto, sia perché virtualmente sono 3 visto che l’Igea deve ancora vincere a tavolino con il Due Torri”.

Guardando con ottimismo, tutto finisce bene. Il “Nobile” sarebbe pronto alla Lega Pro?

“Credo proprio di sì, dobbiamo solo capire meglio il discorso illuminazione. La Lega è ferrea su queste cose, a Lentini non abbiamo neanche i pali. Il Sindaco Bosco si sta impegnando per fare un progetto e quantomeno far capire alla Lega che c’è in programma di creare l’impianto. Degli altri lavori ci prenderemo carico noi, come per esempio la riapertura della Tribuna C. Non c’è l’obbligo dei tornelli, solo di un software per i biglietti nominativi, ma noi vorremmo comunque farli. Il ‘Nobile’ è un vecchio decaduto, vogliamo rinfrescarlo per farlo tornare all’antico splendore. Stiamo cercando di capire se per il discorso illuminazione si può attingere a qualche fondo ed il Sindaco si sta adoperando a pieno regime per questo. Stiamo lavorando anche sull’affidamento trentennale dell’impianto alla società Sicula Leonzio. Avere rapporti con l’amministrazione, anche se non hanno liquidità da investire nel progetto, è molto importante”.

Sarebbe un peccato non giocare al “Nobile” nell’eventuale salto di categoria...

“Lo escludo totalmente. Senza il nostro stadio non esisterebbe la Leonzio. Non credo la Lega possa obbligare una neo promossa ad avere tutto e subito, dopotutto non si gioca così spesso di sera. Anche avendo l’illuminazione, credo che qui possano giocarsi poche partite in notturna, per un discorso di ordine pubblico. L’impianto è in pieno centro, Lentini è ricca di traversine e viuzze, quindi giocare di sera renderebbe tutto più complicato. Spendere 400/500 mila euro per un’illuminazione che forse non verrebbe sfruttata, fatta eccezione per casi di brutto tempo, sarebbe esagerato. Insomma non credo ci saranno intoppi, l’Akragas per esempio da due anni è in deroga e gioca senza problemi”.

Da un punto di vista strutturale societario, dal settore giovanile al resto, quali sono i programmi?

“Le idee sono tante. Sappiamo che ci vogliono altre figure per ampliare il nostro organigramma. Non abbiamo un settore giovanile, ma è una mia scelta perché mi darebbe fastidio fare brutte figure anche a livello di ragazzini. Ho sempre pensato che se si deve fare, lo si deve fare bene senza lasciare nulla al caso. Non voglio che i ragazzi abbiano uno una felpa di un tipo, l’altro di un altro, ecc. Ci vogliono le strutture adeguate e le persone giuste a gestirlo. Il settore giovanile è il biglietto da visita di una società, le risorse sono poche ma bisogna investirle ed in ottimo modo. Ad oggi non abbiamo un vivaio, quando avremo la certezza del sogno che diventa realtà ci porremo il problema, ma i progetti ci sono”.

Avete però un fiore all’occhiello in prima squadra, un ragazzo classe 1998 che fa parlare di sé e che ha fatto bene anche al Viareggio. Hai paura te lo soffino?

“Mi auguro che Marino voglia giocarsi un’altra carta qua, col salto di qualità che auspichiamo tutti. È un patrimonio che vorremmo tenere ma non forziamo nessuno. Se lo cercano società importanti che magari per lui significherebbe doppio salto di categoria, la società non lo priverà del sogno. Anzi mi auguro che venga chiamato perché il ragazzo merita., però se vorrà restare qua e giocare con noi, in una categoria diversa da questa, ancora meglio. Intanto deve pensare a chiudere il campionato nel miglior modo possibile e a non montarsi la testa (ride, ndr)”.

Ti chiedo l’ultima cosa. Giuseppe Leonardi uomo e presidente, a chi ti ispiri?

“Da uomo ovviamente a mio padre. Mi ha dato la possibilità di fare quello che faccio, gestiamo società che sono leader del settore. Da un punto di vista mentale mi ispiro a lui. Dal punto di vista sportivo credo che il calcio sia un’azienda e l’unico che lo fa veramente bene in Italia per me è Lotito alla Lazio. Una persona che ha un potenziale importante, non spende e non spande. Per carità ha vinto poco, ma ogni anno ha costruito signore squadre spendendo il giusto. Riesce a fare delle scommesse come mister Inzaghi e quindi ci vede lungo. Poi ovviamente abbiamo il top che è la Juventus, ma là è un altro mondo con una base solida da decenni”.

Lotito però non un gran rapporto con i tifosi...

“Lotito è un padre padrone e Roma non è Lentini. Io ho ottimi rapporti con i tifosi, ma in qualsiasi piazza, che sia Roma o Lentini, quando le cose vanno bene è tutto più semplice. Non posso assolutamente lamentarmi dei miei tifosi, così come loro di me spero, perché in quattro anni abbiamo sempre fatto campionati di vertice. Non ti nascondo che qualche polemicuccia c’è sempre state, perché quando cambi guida tecnica o vendi il cosiddetto ‘pupillo’ qualche mugugno c’è. Lentini fa lavorare in tranquillità e questa è stata la nostra forza. Dopo il 4-0 casalingo, per giunta in un derby, in molte altre piazze sarebbe successo un casino. I nostri tifosi sono però maturi, hanno avuto fiducia nel presidente e nella dirigenza tutta e hanno capito che qualsiasi scelta, anche se dolorosa, è stata fatta per il bene della squadra. I risultati alla fine ci hanno dato ragione”.

Dario Li Vigni
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