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La violenza non vuole indifferenza, non siamo un mondo cieco

La violenza non vuole indifferenza, non siamo un mondo cieco


Focus sugli episodi di violenza che hanno colpito diverse società di Lega Pro 

Ancona, CatanzaroMatera,Taranto. Quattro esempi di come il calcio non dovrebbe essere. Tre storie che raccontano tutto fuorché sport, tutto fuorché passione, tutto fuorché umanità. Perché non è più di calcio che si parla quando dei giocatori vengono aggrediti per mancanza di risultati.

E qui non si parla di tifosi. Perché tifosi non sono. Guai a mischiarli con chi in curva e per la curva spende tempo e denaro, guai a mischiarli per chi, di colori e storia, marchia una fede. C'è chi canta novanta minuti e sostiene tutta la settimana la sua squadra. E poi c'è qualcuno che, un giorno, si alza dal letto e si prende la briga di aggredire chi sta solo facendo il suo mestiere, "senza ferrari e senza veline". Perché in Lega Pro non si vivrà di fame e di stenti ma non ci sono gli stipendi milionari della Serie A. Ci sono ragazzi che vivono di calcio come chi lavora in ufficio, al bar, in pizzeria.

E allora come chiamate chi, non soddisfatto magari della sua vita oltre che del campionato della sua squadra, se la prende con i calciatori? Noi non abbiamo aggettivi, noi, le etichette, le sacrifichiamo in nome di chi, risultati o no, si allena e suda, suda e si allena cercando, in buonafede, di dare il meglio di sé in quel rettangolo verde. Che poi sbagli un gol o a tenere la linea del fuorigioco, quello è il calcio e nel calcio di campioni ce ne sono stati tanti ma non quanti i gregari. Perché in fondo è facile ricordarti pochi nomi, più difficile ricordarne tanti. È facile applaudire la domenica chi ha fatto il gol, più difficile fare attenzione da dove comincia l'azione, chi ha fermato quella avversaria e fatto ripartire la propria.

Nel calcio di oggi siamo apparenza e risultati. E andrebbe anche bene se non si sfociasse nella violenza. Chi può e deve impedire che questi atti di becera condotta accadano lo faccia, perché se bisogna sperare nel buon senso siamo destinati a rivivere, a ciclo continuo, il verificarsi di questi episodi. Una soluzione ci sarà perché c'è in tutte le cose, ci auguriamo che per trovarla non si aspetti che il tutto possa amplificarsi ancora di più e che, da una notizia, diventi la notizia. La violenza è una mancanza di comunicazione e va combattuta. Subito.

Vittorio Damiani
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