L’Akragas abbatte il “mito dei ritiri”: grande entusiasmo in città
Successo ieri in amichevole per i biancazzurri contro l’Equipe Sicilia. Gli uomini di Di Napoli vincono e convincono.
L’indicazione più importante nel sabato calcistico agrigentino, non proviene dal campo bensì dalla Tribuna. Quella centrale, aperta al pubblico, era piena quasi in ogni ordine di posto.
All’Esseneto sabato, non è andata in scena un’amichevole di lusso od il primo impegno ufficiale, ma una semplice sgambata contro l’EquipeSicilia, eppure il clima era quello quasi di una gara di campionato con tanto di primi gruppi di ultras al seguito. Basta questo per dire qual è il clima che si respira attorno all’Akragas che sta nascendo, una squadra che gli agrigentini conoscono già abbastanza bene perché si è allenata a luglio sotto gli occhi dei propri tifosi.
Già, quei ritiri, quei periodi di maxi isolamento dalla piazza e dalla città, caratteristiche primaria del calcio estivo in tutte le categorie, ad Agrigento sembrano già elementi superati; certo, è stato un caso: la società era pronta a mettersi in autobus direzione Torre del Grifo, ma il Catania Calcio ha avuto la necessità di servirsi della sua struttura e quindi a pochi giorni dall’inizio della preparazione tutto è stato da rivedere. Ma ecco che da questa potenziale situazione di disperazione, è nato un esperimento di successo: la squadra da subito si è allenata nel suo campo, nel suo tempio, nelle sue strutture, in una città soleggiata dai tempi e dai ritmi pigri caratteristici del luglio siciliano, che ha potuto trovar sfogo e divertimento nell’andare ad assistere agli allenamenti dell’Akragas.
Giocare ad Agrigento vuol dire questo, è forse un’idea anche quasi romantica: nell’era dell’iper programmazione dei dettagli, degli spogliatoi super accessoriati, di arabi e cinesi che gestiscono le strutture come maxi centri commerciali, all’ombra dei templi il calcio professionistico lo si fa tra i tifosi e per strada e non per modo di dire, visto che gli abitanti del quartiere dello stadio più di una volta si sono visti spuntare i giocatori tra le scale ed i marciapiedi della zona alle prese con allenamenti volti a rinforzare la resistenza nella corsa.
Mister Di Napoli predica dedizione e semplicità: «Perché andare in ritiro? – ha tuonato in una recente conferenza stampa – Andare a pellegrinare in giro per la Sicilia in cerca di strutture non ha senso. Io lavoro su due elementi: recupero e tattica. Il recupero lo facciamo in albergo, la tattica qui allo stadio e lavoriamo a porte aperte con i tifosi».
Una ricetta semplice, che spiega l’entusiasmo di questo precampionato; il mese di luglio, per il calcio agrigentino, è sempre stato un incubo. Si è spesso parlato negli anni, prima di agosto, solo di ripescaggi, pericoli di fallimento, problemi societari, problemi di stadio, oggi invece si sta parlando di preparazione, programmazione e la città ha già modo di conoscere i suoi beniamini.
Salvemini, Longo, Carrotta ed altri giovani son già piaciuti in campo, le urla dalla panchina di Di Napoli fanno capire che il mister non è certo l’ultimo arrivato nel calcio che conta, lo spirito di gruppo appare già collaudato. Insomma, ad Agrigento ci sono tutti gli elementi per fare bene; giocare qui, come detto, vuol dire anche questo: vuol dire dipingere le tribune del proprio stadio (come hanno fatto lo scorso anno i giocatori agli ordini di mister Legrottaglie), vuol dire andare in giro per la città per allenarsi, vuol dire vivere fianco a fianco con tifosi e cittadini.
L’Akragas, comunque vada la stagione, sta già vincendo; adesso occhi puntati sul primo derby ufficiale, quello di coppa contro il Siracusa di giorno 7.