Acireale: comunicato congiunto di Franco Proto e Nicola D'Amico
Accordo impossibile tra l'imprenditore e il presidente della squadra acese: «Vista la differenza di vedute, si è deciso di non formalizzare l’accordo». Intanto arriva anche un plauso all'amministrazione.
Un matrimonio che non si farà. Quello tra l'imprenditore Franco Proto e il presidente dell'Acireale Nicola D'Amico, resterà soltanto un accordo possibile ma non portato a termine. Di seguito ecco il comunicato congiunto da parte dei due interessati:
"Nella mattinata di oggi si è tenuto l’ultimo di una serie di incontri fra l’imprenditore Franco Proto e il presidente dell’Asd Acireale Nicola D’Amico, interessati ad una collaborazione per condividere il futuro societario della squadra granata. Le posizioni però sono rimaste quelle di partenza e si è giunti alla conclusione di non procedere con l’accordo.
Per comprendere i passaggi, basta risalire al primo incontro fra i due, risalente a due mesi fa. Il presidente Nicola D’Amico aveva richiesto la possibilità di una cooperazione trovando la disponibilità del dottore Proto. La richiesta di una divisione delle quote al 50% che, per sua natura, non aiuta nelle scelte, non è mai parsa la strada migliore a Proto che comunque ha sempre ribadito la propria disponibilità nell’intenzione di trovare una soluzione più consona.
Dopo un distacco, le parti sono tornate ad incontrarsi nelle ultime settimane, grazie anche al supporto dell’amministrazione e dell’onorevole Nicola D’Agostino che entrambi tengono a ringraziare: «L’operato di Nicola D’Agostino, del sindaco Roberto Barbagallo e dell’assessore allo Sport Giuseppe Sardo è stato encomiabile. Nel tentativo di trovare un accordo, si sono anche prodigati per cercare un terzo socio che potesse completare al meglio il CdA».
Oggi però il presidente D’Amico ha confermato la propria posizione di partenza: 50% per Nicola D’Amico e 50% per Franco Proto. Proto ha ribadito che questa soluzione non è conciliabile con una buona gestione della società.
Entrambi dunque sono giunti alla conclusione che «vista la differenza di vedute, si è deciso di non formalizzare l’accordo. Le diverse posizioni relative alla politica sportiva hanno avuto ricadute anche sulle scelte legate alla struttura societaria e tecnica rendendo dunque evidente una paralisi che ha portato all’interruzione della trattativa»".