Il Tribunale fallimentare ha decretato la fine dell’esperienza societaria dell’Acr Messina, chiudendo un ciclo di otto anni tormentati. Un solo lampo, la promozione dalla Serie D alla Serie C nel luglio 2021, e tante stagioni complicate, vissute nelle retrovie tra penalizzazioni e difficoltà economiche. L’ultimo campionato si era aperto con un pesante -14 in classifica, ridotto poi a -10, ma con un’ulteriore penalizzazione già all’orizzonte.
Nonostante la situazione critica, l’attuale direttore Giuseppe Peditto, a cui il presidente Stefano Alaimo aveva affidato la gestione sportiva, non intende arrendersi. Ai microfoni del TgR ha dichiarato: «Lunedì sera ho avuto modo di interloquire personalmente con il curatore fallimentare Maria Di Renzo. Stiamo valutando la possibilità di foraggiare il conto del Messina per garantire la continuità sportiva e scendere regolarmente in campo senza problemi».
Sul conto societario risultano appena 19mila euro, una cifra minima che rischia di compromettere la prosecuzione del campionato. Il Tribunale aveva ipotizzato il rinvio di alcune partite, ma Peditto prova a scongiurare anche questa eventualità: «La richiesta di un posticipo è un atto formale e dovuto. Vediamo se riusciamo a evitarlo e a giocare regolarmente, rispettando il calendario della Lega Nazionale Dilettanti, i nostri giocatori e i tifosi».
Domenica al “Franco Scoglio” è atteso il Gela, imbattuto dopo il pareggio sul campo del Savoia e la vittoria casalinga con il Ragusa. Ma intanto la contestazione non si placa: i club organizzati, da settimane in sciopero, continuano a disertare lo stadio per protestare contro la gestione dell’ormai ex socio di minoranza Pietro Sciotto.
Durissimo anche lo sfogo di Nino Martorana, storico presidente del gruppo “Gioventù Giallorossa”: «Questo è il triste epilogo di una gestione scellerata portata avanti dal signor Sciotto. Speriamo di trovare qualcuno che si accolli la gestione attuale, per concludere il campionato e salvare il titolo sportivo e la Serie D».