ACR Messina, il sindaco Basile ammette: “Il tema non è più la categoria, ma il soggetto interessato”. Fallimento ormai inevitabile

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Non servivano conferme, ma quando arrivano direttamente dal sindaco e in forma pubblica, anche gli ultimi ottimisti devono prenderne atto: la situazione dell’ACR Messina è drammatica e senza vie d’uscita. Dopo la retrocessione in Serie D e una penalizzazione di 14 punti, il club rischia di sparire definitivamente il prossimo 10 giugno, giorno dell’udienza in Tribunale che potrebbe sancire l’ennesima fine della storia giallorossa.
Un futuro che sa già di passato

Come anticipato un anno fa da StrettoWeb, il fallimento non era solo un’ipotesi. Era una possibilità concreta, che oggi si è trasformata in un destino praticamente compiuto. A meno di miracoli sportivo-giudiziari, l’ACR Messina non avrà un domani.

L’unica via percorribile per salvare la D, al momento, sembra essere quella di un passaggio di titolo sportivo da un’altra società della provincia. Ma anche questa strada appare estremamente incerta, per non dire impercorribile.
Le parole del sindaco Basile

A confermare questo scenario è stato il sindaco di Messina Federico Basile, intervenuto a Rtp durante un evento pubblico:

«Il tema non è più il mantenimento della categoria, ma il soggetto interessato. La settimana scorsa ho parlato con Gravina e il problema, ripeto, non è la categoria, ma il progetto che deve rinnovarsi in termini di visione. Stiamo attenzionando il tema in modo controllato».

Il primo cittadino ha poi aggiunto:

«Ci sono imprenditori che si sono fatti avanti, ma bisogna capire se l’interesse è concreto. Messina è piazza di facili innamoramenti. Abbiamo una spada di Damocle con l’udienza del 10. Dopodiché, qualsiasi imprenditore può avere voglia di un progetto sano. Fino a questa mattina ho avuto interlocuzioni, ognuno ha aspirazioni, ma di concreto non c’è nulla».

Il destino è segnato

Parole che non lasciano spazio a interpretazioni: non esistono trattative concrete, non ci sono progetti solidi sul tavolo. Il Comune si prepara al peggio, e con esso una tifoseria che da anni subisce scossoni societari, promesse mancate e ripartenze sempre più faticose.

Il fallimento è dietro l’angolo, e con esso la necessità di ricostruire non solo una squadra, ma anche una credibilità. Serie D, Eccellenza o addirittura Terza Categoria, poco importa al momento. Quello che serve è una visione chiara, un progetto serio e soprattutto un imprenditore credibile. Ma al momento, tutto tace. E Messina trema.