L’Acireale ha centrato la salvezza in extremis nel girone I di Serie D, rimontando il doppio svantaggio nel playout contro il Sant’Agata (2-2) e sfruttando il miglior piazzamento in classifica. Un risultato conquistato con il cuore, al termine di una stagione tra le più difficili degli ultimi anni. Ai microfoni di Stadionews.it, il direttore generale Alessandro Ragonesi ha tracciato un bilancio onesto e profondo.
«La stagione è stata veramente dura. Non vogliamo trovare alibi, ma il contesto ambientale non ci ha permesso di lavorare con serenità. Ad Acireale c’è una piazza esigente, lo sappiamo, e sappiamo che la sola salvezza non può bastare. Ma perdere la Serie D sarebbe stato un disastro. Ringraziamo chi ha capito i nostri sforzi e ci ha sostenuto fino alla fine».
Quel 2-0 che sembrava una condanna
Il playout contro il Sant’Agata ha rappresentato un condensato di emozioni:
«Sul 2-0 mi è passato davanti il film della stagione. Tanti episodi negativi, 16 legni colpiti, troppi punti persi immeritatamente. Eppure, ho pensato anche alle rimonte che abbiamo saputo fare in passato, come contro Locri, Ragusa e Licata. Ho trovato fiducia, e alla fine è andata bene».
Cosa ha funzionato: giovani, territorio, e sociale
Ragonesi preferisce soffermarsi sulle cose positive costruite dal club:
«Siamo arrivati terzi nella classifica “Giovani D Valore”, ricevendo un premio dalla Lega. Abbiamo costruito un parco Under solido e lavorato tanto sul territorio. Il calcio è anche strumento sociale: penso alla visita dei nostri ragazzi ai bambini in ospedale. Sono momenti che vanno oltre il campo».
Il futuro? Incerto. Di Mauro potrebbe lasciare
Ora però si apre un punto interrogativo importante sul domani del club:
«Il presidente Giovanni Di Mauro è molto amareggiato dopo quanto accaduto domenica e, al momento, non vuole continuare. Nelle prossime ore si capirà se ci saranno ripensamenti. Io lo ripeto da tempo: perdere una figura come lui sarebbe un peccato mortale per l’Acireale».