A processo esce il nome dell’Inter: “ad organizzare tutto è stato il presidente” | Ha confessato tutto davanti al giudice
Durante il processo è spuntato il nome dell’Inter. A organizzare tutto sarebbe stato lo stesso presidente secondo la confessione.
Negli ultimi mesi il mondo del calcio è stato scosso da una notizia extra campo. Si tratta del così detto “Caso Ultras“. L’inchiesta “Doppia Curva” coordinata dalla procura di Milano, ha portato all’arresto dei leader delle curve di Inter e Milan, poiché accusati di associazione a delinquere, estorsioni e aggressioni.
Per la Curva Nord interista, inoltre, è scattata anche l’aggravante di favoreggiamento mafioso. Il tutto è nato a seguito di un vero e proprio blitz avvenuto a settembre del 2024. In quell’occasione ci furono 19 misure cautelari tra carcere e domiciliari e vennero effettuate anche delle perquisizioni.
Gli ultras coinvolti furono ben 50 nel caso delle perquisizioni. Ne uscì fuori un quadro chiaro e del tutto inaspettato. Una rete, un vasto sistema di racket su parcheggi, rivendite di biglietti, panini e violenze. Per portare avanti questa inchiesta è stato poi indagato Andrea Beretta.
Beretta è rimasto coinvolto in un contesto criminale e criminoso più ampio. E proprio a seguito di tutte queste vicende, si è tenuto un processo con rito abbreviato che ha portato a delle sentenze. Un vero e proprio terremoto all’interno del mondo del calcio che mai ci si sarebbe aspettati.
Le condanne
La giudice Mongiardo ha condannato i capi ultras: 10 anni per Andrea Beretta e Luca Lucci, oltre ad ulteriori otto anni per Marco Ferdico, e numerose altre pene. Un processo che ha coinvolto tante persone tanto da generare, in totale, 90 anni di pene da scontare. Insomma una vicenda inaspettata.
La sentenza, inoltre, ha inoltre inflitto risarcimenti provvisionali a Inter, Mila e Lega Serie A. Si parla di circa 50.000 euro ciascuno. I club hanno ovviamente reagito e centinaia di capi ultras si sono visti sospendere gli abbonamenti e sono state introdotte telecamere di riconoscimento facciale. Ma non è la prima questione spinosa che riguarda da vicino l’Inter e non solo.
Le novità
Come si può leggere su un articolo di TuttoSport del 6 giugno 2012, nel Processo Telecom a Milano, Giuliano Tavaroli ha testimoniato sotto giuramento confermando che fu Moratti, a nome dell’Inter, a commissionare l’operazione Ladroni. Quest’ultima era mirata a indagare su Luciano Moggi e alcuni arbitri.
Questa dichiarazioni ha smentito anni di versioni fornite da Moratti che alla FIGC, aveva sempre negato. L’operazione, gestita dall’ufficio sicurezza della Telecom, toccò anche utenze legate a Giraudo, Pairetto e De Santis (che ha chiesto 21 milioni di euro di risarcimento). Le parole di Tavaroli hanno messo senza dubbio in crisi le ricostruzioni ufficiali della FIGC.