Repubblica: “Il tg di Antonini che ipnotizza Trapani”

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Ogni sera, alla stessa ora, Trapani si connette. Sul display compare la scritta: “Live tra otto minuti”. Poi arriva la voce inconfondibile di Valerio Antonini — imprenditore, patron sportivo e aspirante politico — che trasforma la diretta in un evento collettivo. Come raccontano Nicola Biondo e Giacomo Di Girolamo su la Repubblica Palermo, il “Tg Antonini” è diventato una sorta di liturgia digitale, un format che mescola talk-show, comizio e predica, capace di catalizzare un pubblico che lo ama, lo teme o semplicemente non riesce a ignorarlo.

In queste dirette — trasmesse su Facebook e X — Antonini alterna annunci e accuse, promesse di investimenti e minacce di azioni legali, in un linguaggio che unisce il tono profetico a quello del cabaret politico. «Ho ascoltato la diretta di questo pseudo sindaco dallo pseudo giornalista…», dice in un passaggio. In un altro attacca: «Questi comportamenti sono delinquenziali!».

Il suo bersaglio principale è il sindaco Giacomo Tranchida, ribattezzato con ironia tagliente “Lillo latin lover”. Ma la lista è lunga: il deputato regionale Safina diventa “Little Tony”, l’assessore Peppe La Porta è “Gomez”, la consigliera Marzia Patti “Lorella Cuccarini” e Rosaria D’Alì “Rosaliona”. Un lessico caricaturale, costruito per ridicolizzare gli avversari più che per confrontarsi con loro.

Come osservano Biondo e Di Girolamo su la Repubblica Palermo, la diretta è diventata il suo strumento di potere. Il microfono funziona come un decreto, l’algoritmo come una forma di consenso. In una città dove la politica appare paralizzata, Antonini è riuscito a costruire un “governo parallelo dei social”, in cui le sue parole influenzano tifosi, amministratori e cittadini.

Ma la realtà non sempre risponde alla rete. Quando due mesi fa provò a portare la sua popolarità digitale in piazza per sfidare la giunta Tranchida, la manifestazione si rivelò un flop. Le oltre 10mila visualizzazioni delle sue dirette non si trasformarono in partecipazione reale: la folla virtuale rimase sullo schermo.

E ora, persino il rapporto con la tifoseria dei suoi Trapani Shark, il progetto sportivo di punta, si incrina. L’annuncio che la squadra potrebbe lasciare Trapani («Mi sono rotto il c…») ha scatenato la rabbia dei sostenitori.

Il “Tg Antonini” continua, ma qualcosa si è incrinato. La voce del predicatore resta, ma i fedeli cominciano a cambiare canale. E Trapani, scrive la Repubblica Palermo, vive ormai sospesa tra due mondi: quello reale, e quello digitale dove il consenso si misura in dirette e notifiche.