Weekend di lavoro intenso per la Reggina, che al centro sportivo “Sant’Agata” ha sostenuto due allenamenti congiunti con Pro Pellaro e Asd Bocale, aperti al pubblico, in vista del debutto ufficiale in Coppa Italia Serie D contro la Vibonese. Intanto, ai microfoni della Gazzetta del Sud, Pasquale Marino ha analizzato il percorso degli amaranto e il livello del campionato.

«Seguo sempre con interesse le squadre del Sud – ha raccontato Marino alla Gazzetta del Sud –. La Reggina ha costruito una rosa importante, con giocatori che hanno militato in Serie A, B e C. Penso a Montalto, un attaccante di valore che può fare la differenza, ma anche a Barillà, Adejo e Ragusa che conosco bene per averli allenati. Non essendoci altre big, la strada sembra in discesa».

Alla domanda sulla promozione diretta, l’allenatore ha mostrato prudenza: «Sulla carta la Reggina è favorita, ma il calcio riserva sempre sorprese. Mi farebbe piacere rivedere gli amaranto tra i professionisti, vedremo come si svilupperanno le situazioni».

Marino, intervistato dalla Gazzetta del Sud, ha poi individuato le possibili rivali: «Nissa, Gelbison e Savoia possono arrivare ai playoff, ma per il primo posto la vedo dura. La Reggina è completa in ogni reparto ed è guidata da un tecnico esperto che conosce bene la categoria».

Non manca un ricordo personale dei tanti confronti da avversario al “Granillo”: «Una sera col Catania vincemmo grazie a un gol di Giorgio Corona e alle parate di Pantanelli. Era la Reggina di Mazzarri, quella del -11. Ho sempre apprezzato l’ambiente amaranto e la Curva Sud».

Marino ha anche svelato un retroscena: «Sfiorai la panchina amaranto ai tempi di Lillo Foti, credo fosse l’anno del centenario. Il presidente mi chiamò, poi però la trattativa non andò avanti. Sarei venuto volentieri».

Infine, una riflessione sul campionato: «Ho portato il Paternò in C1, con un doppio salto ai tempi della C2. La D è un torneo complicato, soprattutto nei gironi meridionali. Sono pronto a ripartire: se trovassi un progetto serio lo valuterei con piacere, ma per ora mi tocca aspettare».