Sant’Agata, tempo di dolore e riflessioni: Brugaletta e la retrocessione che fa male
A Sant’Agata Militello si fa ancora fatica a metabolizzare l’amara retrocessione in Eccellenza. Non è stato lo 0-2 di Acireale a condannare i biancazzurri, ma una stagione intera segnata da difficoltà, cambi in panchina e instabilità societaria. Come ricorda Angelo Giallombardo su Gazzetta del Sud, ben tre allenatori si sono succeduti sulla panchina tirrenica – Aurelio, Raciti e infine Ferraro – a testimonianza di un’annata priva di continuità e serenità.
Il rendimento interno è stato tra i peggiori della Serie D: solo due vittorie al “Fresina”, entrambe nel girone d’andata. A ciò si aggiungono problematiche extracalcistiche che hanno indebolito la squadra e l’ambiente. Ciononostante, il gruppo è rimasto unito fino alla fine, riuscendo a guadagnarsi lo spareggio salvezza, sfiorando anche l’impresa.
Emblematica la testimonianza del capitano Simone Brugaletta, che ha espresso tutto il suo rammarico in una dichiarazione carica di emozione e dolore:
«A distanza di giorni non sono ancora riuscito a metabolizzare ciò che è accaduto. È uno di quei momenti in cui qualsiasi parola sembra inadeguata. Siamo retrocessi e fa male: ci abbiamo messo il cuore, la passione e l’amore per questa maglia, ma gli ostacoli sono stati troppi. Abbiamo creduto nella salvezza fino all’ultimo secondo, quando tutto è crollato. Ma anche questo, purtroppo, fa parte del calcio».
Una stagione in salita, chiusa nel modo più beffardo: un pareggio al fotofinish che ha spezzato il sogno salvezza proprio sul traguardo. Ora è il tempo dell’analisi e del rammarico. Ma anche – si spera – della ricostruzione.