Turati e la rinascita del Siracusa: «Promozione meritata, ora la Serie C sarà un banco di prova»
Dopo sei anni di assenza, il Siracusa torna in Serie C, e lo fa da protagonista assoluto. Alla guida del gruppo c’è Marco Turati, ex calciatore degli aretusei e ora tecnico emergente, che ai microfoni di TuttoC.com ha raccontato le emozioni di un traguardo storico: una promozione costruita con lavoro, coraggio e visione.
«Non è stato un campionato semplice – ha detto Turati – C’erano piazze importanti, ma ce la siamo meritata. Siamo stati primi per 26 giornate su 33, vincendo tutti gli scontri diretti contro Reggina, Scafatese e Vibonese».
L’inizio di una sfida, l’amore per la piazza
Turati ha scelto di tornare a Siracusa per iniziare il suo percorso da primo allenatore, dopo cinque anni negli staff tecnici di Spezia e Fiorentina al fianco di Vincenzo Italiano.
«Ho fatto l’ultimo anno da calciatore a Siracusa e mi sono innamorato di questa piazza. Poi Italiano mi ha voluto con sé allo Spezia e abbiamo vinto i playoff salendo in Serie A. Dopo cinque anni insieme, il presidente Ricci mi ha cercato con insistenza perché voleva un tecnico giovane e propositivo. Alla fine ho accettato la sfida».
Un percorso nato con umiltà, ma che ha subito preso quota.
«Già dopo le prime amichevoli e la Coppa Italia ho visto qualità morali fortissime nel gruppo. La squadra ha maturato autostima e dopo la vittoria a Scafati ha cambiato marcia: abbiamo chiuso il campionato con otto vittorie consecutive».
Il gruppo, la forza silenziosa
«Abbiamo messo insieme 27 giocatori, quasi tutti nuovi. L’intesa è cresciuta giorno dopo giorno. Il nostro gruppo è stato coraggioso, sempre pronto a imporsi su ogni campo, anche quelli storici come Reggio Calabria».
Un mix tra giovani e veterani, tra chi ha esperienza e chi aveva fame di rivalsa. Il progetto era chiaro: far divertire e costruire un’identità offensiva.
«Il presidente è un esteta del calcio, mi ha chiesto da subito un gioco propositivo. Voleva vincere entro due anni, ce l’abbiamo fatta al primo».
Sulle orme di Italiano, ma con passo proprio
Turati ha affiancato Italiano nel suo percorso di ascesa, e il paragone sorge spontaneo. Ma il tecnico azzurro preferisce restare con i piedi per terra:
«Vincenzo è un amico e un grande allenatore. Anche solo essere accostato a lui mi rende felice. Ma io sono solo all’inizio, mi godo questo momento e spero di ritagliarmi il mio spazio in una categoria più difficile».
Serie C, giovani e Sud: una nuova battaglia
La prossima stagione porterà il Siracusa in un Girone C tradizionalmente rovente:
«La C al Sud è più dura, per passione e competitività. Ci saranno squadre forti, allenatori validi e sarà un banco di prova per tutti. Ma siamo pronti».
Sui giovani, infine, Turati ha una visione lucida:
«Quando un ragazzo è forte, gioca ovunque. In Italia ci sono talenti validi. Meglio 2-3 giovani bravi che farne giocare tanti solo per moda. Alla Fiorentina abbiamo fatto esordire ragazzi del settore giovanile come Comuzzo, Kayode, Martinelli. Il futuro è roseo».